Una dimora in stile neorinascimentale, affacciata sulla lunga spiaggia versiliese e protetta dalle alpi Apuane: il Grand Hotel Royal, già alla fine dell’Ottocento, era emblema di un’ospitalità sobria ed elegante in cui mare, natura, arte, e vita mondana si intrecciavano in piena armonia.
Divenuto albergo con il nome di Palagio Hotel e poi ribattezzato Grand Hotel Royal negli anni Venti, fu ampliato e trasformato grazie all’intervento del rinomato architetto Alfredo Belluomini nel 1925 che lo rialzò di tre piani e gli conferì la maestosa forma con le due torrette (oggi le suite Ondina e Burlamacco). La facciata fu poi impreziosita dalle decorazioni in stile liberty del ceramista fiorentino Galileo Chini.
L’interno ampio e luminoso, come si addiceva ai Grand Hotel del tempo, si componeva di uno spazioso ingresso, un salone da ballo dove gli ospiti si intrattenevano nelle serate estive, e sale destinate a lettura, bar, fumoir, mentre il giardino esterno piantumato e arricchito di statue e vasche era la cornice di piacevoli conversazioni nella frescura.
In quegli anni Viareggio, divenuta la Perla del Tirreno per il clima mite, i suoi bagni salutari e la spumeggiante vita mondana, era prediletta dall’alta società italiana ed europea, e al Royal soggiornarono personaggi illustri come i principi di Savoia e i reali del Belgio, e alcuni intellettuali amanti della Versilia, come Luigi Pirandello, Gabriele D’annunzio, e più tardi Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Pablo Neruda.
Dagli anni Cinquanta, a più riprese, l’albergo è stato oggetto di ristrutturazioni conservative volte a mantenere alcuni pregevoli elementi architettonici originari e a garantire agli ospiti il massimo confort.
Oggi il Grand Hotel Royal, mentre guarda alla modernità con respiro internazionale, rinnova il fascino della sua storia e il sapore unico della vacanza in Versilia.